Capriolo – All 22

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Roebuck ( Capreolus capreolus) with “ wig” , hunted in Hungary with Pannonvad.
Brocard avec “perruque” , chassé en Hongrie avec Pannonvad.
Capriolo con “parrucca “ , cacciato in Ungheria con Pannonvad.
Cāprior cu “perucā” , vânat in Ungaria cu Pannonvad.

Roebuck ( Capreolus capreolus) with “ wig” , hunted in Hungary with Pannonvad. Brocard avec “perruque” , chassé en Hongrie avec Pannonvad. Capriolo con “parrucca “ , cacciato in Ungheria con Pannonvad. Cāprior cu “perucā” , vânat in Ungaria cu Pannonvad.

Post: 11 June 2024

Adrián Mora

Caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano: Un Viaggio tra Biodiversità, Storia e Regole Rigorose

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

L’Appennino Tosco-Emiliano, situato tra Toscana ed Emilia-Romagna, è una catena montuosa che offre paesaggi variegati: foreste di faggio e abete, prati alpini, valli fluviali e zone collinari. Questo territorio ospita una ricca biodiversità, con specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo, il camoscio e la lepre. Le aree boschive e le zone agricole circostanti sono ideali per la caccia, mentre i corsi d’acqua e le zone umide favoriscono la presenza di uccelli acquatici.

Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso

Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nell’Appennino Tosco-Emiliano sono registrati circa 15.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura rurale della zona.

Caratteristiche della caccia

Il territorio impervio richiede:
Resistenza fisica : Sentieri ripidi e boschi fitti complicano gli spostamenti.
Tecniche tradizionali : Caccia al cinghiale con mute di segugi e al cervo con approccio silenzioso.
Attenzione alle zone protette : Il Parco Nazionale limita l’attività a specifiche aree.

Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili

Nell’Appennino Tosco-Emiliano si praticano principalmente:
Caccia al cinghiale: molto diffusa, organizzata in battute collettive.
Caccia al capriolo e al cervo: comune nelle aree boschive e montane.
Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole.
Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide.
Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, cervo, lepre, fagiano, anatra e folaga.

Stagioni venatorie nella regione

Le stagioni di caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio:
Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio.
Caccia al capriolo e al cervo: da settembre a dicembre.
Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre.
Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio.
Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale.

Associazioni e club di cacciatori nella regione

Nell’Appennino Tosco-Emiliano operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Toscana, Federcaccia Emilia-Romagna, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci.

Normative sulla caccia nella regione

Divieto di caccia nelle zone A e B del Parco Nazionale.
Obbligo di munizioni in acciaio nelle aree umide.
Quote annuali: 1.500 cervi, 3.000 cinghiali.
Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli.

Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia

La Festa del Cervo a Castelnovo ne’ Monti (ottobre) celebra la selvaggina con piatti a base di ragù di cervo. Storicamente, i cacciatori dell’Appennino usavano trappole in legno per gli uccelli, oggi sostituite da metodi etici.

Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione

Il Parco ospita il lupo appenninico , specie protetta ma monitorata per evitare attacchi al bestiame.
Nel 2022, è stato avviato il progetto Life Wolfnet per la convivenza tra lupi e attività venatorie.
La zona è stata teatro della prima reintroduzione del gipeto in Italia centrale (2021).
Cacciare nell’Appennino Tosco-Emiliano significa immergersi in un territorio dove natura e storia si intrecciano. Dalle foreste secolari alle valli isolate, ogni ambiente offre sfide autentiche, regolate da norme che tutelano equilibri fragili. Un’esperienza per chi cerca contatto con la vera essenza dell’Appennino, tra tradizione e conservazione.
#CacciaAppennino #ToscoEmiliano #Biodiversità #Cinghiale #Cervo #Federcaccia #ParcoNazionale #LupoAppenninico #Italia #Gipeto #CacciaSostenibile #TradizioniVenatorie #CacciaRegolamentata #FestaDelCervo #CacciaEtica #NaturaAppennino

Caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano: Un Viaggio tra Biodiversità, Storia e Regole Rigorose Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio L’Appennino Tosco-Emiliano, situato tra Toscana ed Emilia-Romagna, è una catena montuosa che offre paesaggi variegati: foreste di faggio e abete, prati alpini, valli fluviali e zone collinari. Questo territorio ospita una ricca biodiversità, con specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo, il camoscio e la lepre. Le aree boschive e le zone agricole circostanti sono ideali per la caccia, mentre i corsi d’acqua e le zone umide favoriscono la presenza di uccelli acquatici. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia), nell’Appennino Tosco-Emiliano sono registrati circa 15.000 cacciatori. La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, particolarmente radicata nella cultura rurale della zona. Caratteristiche della caccia Il territorio impervio richiede: Resistenza fisica : Sentieri ripidi e boschi fitti complicano gli spostamenti. Tecniche tradizionali : Caccia al cinghiale con mute di segugi e al cervo con approccio silenzioso. Attenzione alle zone protette : Il Parco Nazionale limita l’attività a specifiche aree. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nell’Appennino Tosco-Emiliano si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, organizzata in battute collettive. Caccia al capriolo e al cervo: comune nelle aree boschive e montane. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia agli uccelli acquatici: anatre e folaghe nelle zone umide. Le specie principali sono: cinghiale, capriolo, cervo, lepre, fagiano, anatra e folaga. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nell’Appennino Tosco-Emiliano sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia al capriolo e al cervo: da settembre a dicembre. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia agli uccelli acquatici: dalla terza domenica di settembre a fine gennaio. Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nell’Appennino Tosco-Emiliano operano numerose associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Toscana, Federcaccia Emilia-Romagna, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione Divieto di caccia nelle zone A e B del Parco Nazionale. Obbligo di munizioni in acciaio nelle aree umide. Quote annuali: 1.500 cervi, 3.000 cinghiali. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici per gli uccelli. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La Festa del Cervo a Castelnovo ne’ Monti (ottobre) celebra la selvaggina con piatti a base di ragù di cervo. Storicamente, i cacciatori dell’Appennino usavano trappole in legno per gli uccelli, oggi sostituite da metodi etici. Fatti Sorprendenti e Curiosità: Cosa Rende Unica la Caccia in Questa Regione Il Parco ospita il lupo appenninico , specie protetta ma monitorata per evitare attacchi al bestiame. Nel 2022, è stato avviato il progetto Life Wolfnet per la convivenza tra lupi e attività venatorie. La zona è stata teatro della prima reintroduzione del gipeto in Italia centrale (2021). Cacciare nell’Appennino Tosco-Emiliano significa immergersi in un territorio dove natura e storia si intrecciano. Dalle foreste secolari alle valli isolate, ogni ambiente offre sfide autentiche, regolate da norme che tutelano equilibri fragili. Un’esperienza per chi cerca contatto con la vera essenza dell’Appennino, tra tradizione e conservazione. #CacciaAppennino #ToscoEmiliano #Biodiversità #Cinghiale #Cervo #Federcaccia #ParcoNazionale #LupoAppenninico #Italia #Gipeto #CacciaSostenibile #TradizioniVenatorie #CacciaRegolamentata #FestaDelCervo #CacciaEtica #NaturaAppennino

Post: 27 May 13:57

Italia: tutto sulla caccia e pesca, notizie, forum.

Caccia ai Confini del Parco del Pollino: Tradizione e Conservazione a Braccetto

Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio

Il Parco Nazionale del Pollino, situato tra Basilicata e Calabria, è il più grande parco nazionale d’Italia, con una superficie di oltre 192.000 ettari. Le montagne, le foreste di faggio e pino loricato, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo e il lupo appenninico. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione.

Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso

Nelle aree circostanti il Parco del Pollino, sono registrati circa 3.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie.

Caratteristiche della caccia

La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale.

Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili

Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente:
Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive.
Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole.
Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate.
Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe.

Stagioni venatorie nella regione

Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio:
Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio.
Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre.
Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi).
Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale.

Associazioni e club di cacciatori nella regione

Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Basilicata, Federcaccia Calabria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci.

Normative sulla caccia nella regione

La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono:
Divieto assoluto di caccia all’interno del parco.
Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco.
Quote annuali: 1.500 cinghiali e 500 caprioli.
Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici.

Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia

La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come salsiccia di cinghiale e lagane e ceci, accompagnati da vini locali come l’Aglianico del Vulture.

Curiosità sulla caccia nella regione

Il Parco del Pollino è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il pino loricato, una specie arborea rara e protetta.
Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura.
Il Parco ospita il pino loricato , albero monumentale protetto, simbolo dell’area.
Nel 2020, è stato avviato il progetto Life Wolfalps per mitigare conflitti tra lupi e attività venatorie.
La zona è stata teatro della prima reintroduzione del cervo sardo in Italia continentale (2018).
La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità.

#Pollino #CacciaESalvaguardia #BraccataTradizionale #SentieriDelCinghiale #VenatoriDelSud #CuoreDelPollino #LeggendeDiMontagna #TradizioniDiCaccia #FagianiEDintorni #SaporiDelCacciatore #QuotaCinghiale #NaturaETradizione #SulleOrmeDelCapriolo #SegugiInMontagna #SpiritoAppenninico #Italia

Caccia ai Confini del Parco del Pollino: Tradizione e Conservazione a Braccetto Caratteristiche geografiche e naturali della regione dal punto di vista venatorio Il Parco Nazionale del Pollino, situato tra Basilicata e Calabria, è il più grande parco nazionale d’Italia, con una superficie di oltre 192.000 ettari. Le montagne, le foreste di faggio e pino loricato, e le valli incontaminate offrono habitat ideali per specie come il cinghiale, il capriolo, il cervo e il lupo appenninico. Tuttavia, è importante sottolineare che la caccia è vietata all’interno del parco, poiché è un’area protetta dedicata alla conservazione della fauna e della flora. Le attività venatorie sono consentite solo nelle zone limitrofe, sotto stretto controllo e regolamentazione. Demografia dei Cacciatori: Un Focus su Numero, Età, Sesso Nelle aree circostanti il Parco del Pollino, sono registrati circa 3.000 cacciatori, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Cacciatori (Federcaccia). La maggior parte dei cacciatori sono uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una forte presenza nelle comunità locali. La caccia è un’attività tradizionale, ma deve essere praticata nel rispetto delle normative che proteggono il parco e le sue specie. Caratteristiche della caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è fortemente regolamentata per garantire la conservazione delle specie protette. Le attività venatorie si concentrano principalmente su cinghiali, lepri e fagiani, mentre la caccia ai grandi ungulati come cervi e caprioli è soggetta a rigidi controlli. L’uso di cani da seguita, come il Segugio Italiano, è comune per la caccia al cinghiale. Tipi di caccia nella regione. Specie cacciabili Nelle aree esterne al parco, si praticano principalmente: Caccia al cinghiale: molto diffusa, spesso organizzata in battute collettive. Caccia alla lepre e al fagiano: popolare nelle zone collinari e agricole. Caccia al capriolo: consentita solo in determinate aree e con quote limitate. Le specie principali sono: cinghiale, lepre, fagiano, capriolo e, in minor misura, volpe. Stagioni venatorie nella regione Le stagioni di caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino sono regolate da leggi regionali e variano in base alla specie. Ad esempio: Caccia al cinghiale: da ottobre a gennaio. Caccia alla lepre e al fagiano: dalla terza domenica di settembre a fine dicembre. Caccia al capriolo: da settembre a dicembre (solo maschi). Le date esatte possono cambiare ogni anno, quindi è fondamentale consultare il calendario venatorio regionale. Associazioni e club di cacciatori nella regione Nelle aree circostanti il parco operano diverse associazioni venatorie, tra cui Federcaccia Basilicata, Federcaccia Calabria, Arcicaccia e Libera Caccia. Queste organizzazioni promuovono la tutela dell’ambiente, la formazione dei cacciatori e la conservazione delle tradizioni venatorie. Organizzano anche eventi e gare di tiro per i soci. Normative sulla caccia nella regione La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è regolamentata da leggi nazionali e regionali. Le principali norme includono: Divieto assoluto di caccia all’interno del parco. Obbligo di munizioni non tossiche nelle aree vicine al parco. Quote annuali: 1.500 cinghiali e 500 caprioli. Divieto di caccia notturna e uso di richiami elettronici. Tradizioni Venatorie Regionali: Riti, Usi e Cultura Locale della Caccia La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino è profondamente legata alla cultura locale. Le battute di caccia collettive, specialmente al cinghiale, sono un’occasione di socializzazione e condivisione. Al termine delle battute, è tradizione organizzare pranzi con piatti tipici come salsiccia di cinghiale e lagane e ceci, accompagnati da vini locali come l’Aglianico del Vulture. Curiosità sulla caccia nella regione Il Parco del Pollino è uno dei pochi luoghi in Italia dove è possibile osservare il pino loricato, una specie arborea rara e protetta. Nelle zone limitrofe al parco, i cacciatori collaborano con le autorità per il controllo della popolazione di cinghiali, che può causare danni all’agricoltura. Il Parco ospita il pino loricato , albero monumentale protetto, simbolo dell’area. Nel 2020, è stato avviato il progetto Life Wolfalps per mitigare conflitti tra lupi e attività venatorie. La zona è stata teatro della prima reintroduzione del cervo sardo in Italia continentale (2018). La caccia nelle zone limitrofe al Parco del Pollino rappresenta un’attività che deve bilanciare tradizione e conservazione. Grazie all’impegno delle associazioni venatorie e dei cacciatori, questa pratica continua a essere valorizzata nel rispetto delle normative e della biodiversità. #Pollino #CacciaESalvaguardia #BraccataTradizionale #SentieriDelCinghiale #VenatoriDelSud #CuoreDelPollino #LeggendeDiMontagna #TradizioniDiCaccia #FagianiEDintorni #SaporiDelCacciatore #QuotaCinghiale #NaturaETradizione #SulleOrmeDelCapriolo #SegugiInMontagna #SpiritoAppenninico #Italia

Post: 27 May 13:10

Italia: tutto sulla caccia e pesca, notizie, forum.

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